Girolamo Macchietti

(Firenze 1535 - 1592 Firenze)

Il Baccanale degli Andri, c.1565

olio su tavola, 131 x 175 cm (51.57 x 68.90 inches)

Campi obbligatori*

Girolamo Macchietti

(Firenze 1535 - 1592 Firenze)

Il Baccanale degli Andri, c.1565

olio su tavola, 131 x 175 cm (51.57 x 68.90 inches)

Rif: 874

Provenienza
Matthiesen Fine Art, 1987
Sotheby’s, Selected renaissance and mannerist works of art assembled by Fabrizio Moretti, New York, 25 January 2015, lotto 137
Collezione privata

Bibliografia
Calendar in The Burlington Magazine, vol. CXXIX no. 1009, Aprile 1987, p. 280
M. Privitera, Girolamo Macchietti. Un pittore dello Studiolo di Francesco I, Milano, 1996, pp. 96 - 97, no. 8

Descrizione:

Il dipinto rappresenta un passaggio dalle Immagini (Εἰκόνες) di Filostrato (I, 25) nel quale l’autore descrive i personaggi presenti sull’isola greca di Andros, attraversata da un fiume di vino creato da Dioniso. L’artista ritrae in un’ampia e fedele interpretazione i versi di Filostrato con, sul lato sinistro, la personificazione del fiume di vino che scorre da sinistra verso destra, raffigurato come un gigante sovrumano con una lunga barba bianca, disteso su grappoli d’uva sottostanti la botte il cui foro superiore presenta la testa di un leone e circondato da giovani tritoni che riempiono le loro conchiglie alla fonte dove sgorga il vino per poi berlo. Sullo sfondo c’è la nave di Dioniso, che, secondo Filostrato, portava baccanti, satiri, demoni della libazione e sileni, una satira, baccanti mezze nude e tritoni; tutti mostrati in vari gradi di ebbrezza mentre giacciono, danzano, cantano o bevono. L’intera scena è avvolta da una luce luminosa caratteristica dell’ora del tramonto, preludio dell’intemperanza della notte.

Nel 1996, Marta Privitera[1] ha pubblicato l’opera attuale attribuendola a Girolamo Macchietti all’interno della biografia dell’artista, un’attribuzione successivamente confermata da Carlo Falciani, che ha definito questo quadro come il capolavoro assoluto dell’artista. Macchietti si è formato a Firenze sotto Vasari, lavorando alla ristrutturazione del Palazzo Vecchio negli anni ‘50 del Cinquecento, per poi trasferirsi a Roma prima di tornare a Firenze e diventare membro dell’Accademia del Disegno. Il qui presente Baccanale degli Andrii - di cui un bozzetto preparatorio si trova nel Museo Ashmolean di Oxford[2] - è senza dubbio il frutto dell’elaborato studio dell’artista sulle forme scultoree classiche mentre si trovava a Roma. Infatti, ogni figura raffigurata sembra essere direttamente derivata da modelli esistenti propri della scultura classica; il personaggio femminile denudato in primo piano è molto probabilmente ispirato da Arianna Dormiente nel Belvedere in Città del Vaticano. Allo stesso modo, i tritoni sono facilmente collegabili alle figure alla base della stessa scultura. A loro volta, le figure danzanti sulle rive sembrano basate sui modelli dell’Apollo del Belvedere o di Diana Cacciatrice ora al Louvre.

Confronti con altre opere dell’artista possono ulteriormente confermare questa attribuzione. Esempi includono l’Allegoria della Liberalità (circa 1565) nel Museo della Ca’ d’Oro a Venezia, in cui Prosperina è rappresentata con una linearità e una definizione delle forme paragonabili alle figure qui presenti. Altre somiglianze si trovano nella Madonna con Bambino e Sant’Anna (circa 1570) nel Szépművészeti Múzeum di Budapest, che mostra un paesaggio sullo sfondo comparabile, rendendo plausibile una conoscenza delle pitture romane e nord-europee. La composizione affollata, costruita su diversi piani, ricorda in qualche modo il Martirio di San Lorenzo (1573) nella Chiesa di Santa Maria Novella a Firenze.

L’opera, dunque, mostra l’influenza dell’elaborato stile manierista proprio di Vasari; Macchietti padroneggia con grande abilità la sofisticata tensione compositiva di Vasari. I dipinti qui esaminati mostrano inoltre uno studio approfondito della creazione di forme e figure altamente naturalistiche, una qualità probabilmente indotta dal soggiorno di Macchietti a Roma. L’influenza del Parmigianino, inclusa la rappresentazione di figure estremamente eleganti con una certa aria di disprezzo, è anch’essa evidente; il personaggio femminile in primo piano è un esempio ovvio. Significativo è anche il legame con lo stile proprio di Raffaello e l’adesione profonda di Macchietti alla brillante maniera figurativa dell’ambiente romano post-raffaellesco.

Le dimensioni, il soggetto e l’ineguagliabile qualità del quadro attuale suggerirebbero che è stato creato per un importante committente. Il capolavoro di Macchietti è stato molto probabilmente creato attorno alla metà degli anni ‘60 del Cinquecento, dopo il ritorno dell’artista da Roma e prima della realizzazione dell’Adorazione dei Magi (1567-1568) nella Chiesa di San Lorenzo a Firenze.