Paul e Matthijs Brill

(Anversa 1554 - Roma 1626 and Anversa 1550 - 1583 Roma)

Roma, Veduta del Rione di Borgo, c. 1585

Olio su tela, 65 x 78 cm (25.59 x 30.71 inches)

Campi obbligatori*

Paul e Matthijs Brill

(Anversa 1554 - Roma 1626 and Anversa 1550 - 1583 Roma)

Roma, Veduta del Rione di Borgo, c. 1585

Olio su tela, 65 x 78 cm (25.59 x 30.71 inches)

Rif: 789

Provenienza: Collezione Odescalchi

Descrizione:

Esposizioni:
Aeterna. Il sogno di Roma nell'arte fiamminga tra '500 e '600. M. Caretto e F. Occhinegro, Roma, 2023, n. 8

Questa suggestiva veduta del rione di Borgo, cuore pulsante di Roma, ci offre uno spaccato dell’Urbe verso la fine del XVI secolo. Una veduta topografica? O piuttosto una visione di Roma parzialmente inventata? Paul e Matthias Brill sono l’esempio perfetto di due artisti di origine fiamminga che vissero ed operarono quasi esclusivamente nel territorio laziale per gran parte della loro carriera, tanto da diventare i referenti in loco per molti amici e colleghi che, come abbiamo visto, si recavano a Roma in viaggio di formazione. Nella loro arte confluiscono elementi tipicamente nordici, profondamente trasformati dall’ambiente italiano, una sinte- si estremamente caratteristica. Osservando la tela, una luce ricca di toni chiaroscurali delinea lo skyline di una città quasi avvolta dalle nebbie, mentre all’orizzonte si stagliano quelle che paiono più delle montagne che dei colli. Tutto in città, natura e case, è delineato con pennellate verdi, in infinite variazioni. La Cupola di San Pietro si scorge chiaramente sulla sinistra, ma un’osservazione attenta tradisce un cambio in corso d’opera, una correzione per renderla più verosimile, mentre in un primo momento la forma rassomigliava più a quella del Pantheon. A ridosso delle chiese monumentali, in riva al Tevere, si scorgono le case popolari con tanto di stracci appesi, mentre una gremita processione si avvia sul ponte, all’uscita dalla città e verso la campagna circostante. Lo studio condotto sull’opera ha permesso di collocarla durante il pontificato di Grego- rio XIII Boncompagni (1572-1585). Lo si evince dallo stemma papale collocato sulla sommità del bastione all’estrema destra del quadro: un’epoca di trasformazioni per la città, non tutte narrabili in un solo istante e, per questo, forse riassunte con sforzo ideale nella tela, piuttosto che documentate accuratamente.

Questa veduta -in bilico tra ideale e reale- con la sua prospettiva rialzata, pare animata dall’intento di raccogliere al suo interno il maggior numero di elementi senza concentrarsi precisamente su nessuno di essi. Un’atmosfera vagamente onirica non abbandona la concreta presenza degli edifici, diventando quasi una chiusura ideale del percorso che abbiamo delineato, un epilogo che, ci auguriamo, possa essere l’inizio di una passione. Il sogno di una città unica al mondo, capace di cambiare l’animo di sconfinate moltitudini di artisti e non solo, veramente una magia eterna e senza tempo.